Letteratitudine 2 E' uscito per i tipi di Historica il secondo volume di Letteratitudine - il libro, che racchiude una selezione di alcuni dei più interessanti dibattiti affrontati tra il 2008 e il 2011 sul blog letterario fondato e diretto da Massimo Maugeri.

Nel libro un lungo capitolo è dedicato alle nostre Strane Coppie, ed in particolare all'incontro del 2009 che metteva a confronto Mariolina Bertini Bongiovanni e Antonella Cilento su Marcel Proust e Natalia Ginzburg.

Di seguito alcuni estratti estratto da questo capitolo, che è possibile scaricare in formato pdf qui

Antonella Cilento sul progetto Strane Coppie:

(...) Credo da sempre nella possibilità che la letteratura torni ad essere detta a tu per tu, nelle piazze, nelle sale, nei luoghi pubblici in cui un libro viene raccontato non da chi lo critica o da chi lo storicizza ma da chi si pone, in quanto scrittore, con un occhio interno, da ingegnere, ed uno esterno da lettore: se racconto il romanzo che ho più amato o quello che ho da poco scoperto sono certa, per esperienza, di contagiare altri lettori, di portarli a leggere quei libri e, se sono brava, a far venir loro il desiderio di scoprire a quali altri libri sono collegati per somiglianza o per differenza, per ascendenza o per genere. In altre parole, sono a favore dell’epidemia, credo in una positiva attività di untore della letteratura: se si riesce a far scoprire alle persone, anche a coloro che mai hanno letto, che “de te fabula narratur”, che i romanzi, i racconti e ogni altro tipo di narrazione, la poesia come la saggistica racconta anche di te e della tua vita, che i libri si pongono le domande che ognuno di noi, prima o poi, si pone, ecco che può nascere il lettore. Il lettore, a quel punto, trova la forza di interrogarsi e di non sentirsi solo: fa parte di una comunità di lettori che si estende al di là dello spazio e del tempo lungo tutta la storia dell’umanità.

Tra Marcel e Natalia di Mariolina Bertini

Per gli italiani della mia generazione, nata a ridosso della seconda guerra mondiale, i nomi di Marcel Proust e di Natalia Ginzburg sono molto strettamente legati. Nel 1946 Natalia Ginzburg firma la sua traduzione, per Einaudi, del primo volume della Ricerca, La strada di Swann. Non è l’unica: nello stesso anno, presso Sansoni, esce anche la pregevole versione dello scrittore fiumano Bruno Schacherl, intitolata Casa Swann. Ma soltanto il volume einaudiano rappresenta il primo tassello di una traduzione integrale della Recherche; questo gli assicura maggior visibilità e maggior fortuna sul mercato editoriale. Tra il 1946 e il 1983, dunque, anno in cui comincia ad uscire la traduzione di Giovanni Raboni, la stragrande maggioranza dei lettori italiani di Proust si accosta alla Ricerca passando, per il primo volume, attraverso la mediazione della voce di Natalia Ginzburg, attraverso il filtro delle sue scelte lessicali e sintattiche, della sua scrittura, del suo stile. La data cruciale della mia esperienza in proposito è il 1968: tra un corteo e un’assemblea, tra un intervento di Guido Viale e una discussione su don Milani, La strada di Swann einaudiana mi introduce, affascinata, nel mondo di Proust, dove resterò a lungo. Ma è per me importante anche un’altra data, precedente: quella del 1963, anno di apparizione di Lessico famigliare. Perché è leggendo, quindicenne, Lessico famigliare fresco di stampa che comincio ad intuire nella figura un po’ misteriosa di quel romanziere morto nel 1922 una presenza terribilmente viva e ingombrante, alla quale sarà difficile sfuggire. Nelle pagine di Lessico famigliare si avverte, si respira quello che fu il fascino esercitato da Proust sui lettori degli anni Venti, anche su quelli come Natalia Ginzburg che erano ancora troppo giovani per leggerlo direttamente. In Lessico famigliare Proust è presente come una sorta di mito. La protagonista-narratrice non l’ha ancora letto, ma sente sua sorella Paola, sua madre, Terni – il giovane assistente di suo padre, professore di medicina – che ne parlano continuamente. Ai suoi occhi, il mondo famigliare si divide in due zone contrapposte: da una parte c’è chi come il padre ama le scienze naturali e le gite in montagna, dall’altra chi, come la madre, ama la poesia, il teatro e il mondo ovattato dei romanzi (...)

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